A cosa serve uno scheletrato?
Nel modo della protesica dentale si distinguono soprattutto due grandi categorie di protesi
Le classiche dentiere sono infatti definite tecnicamente come “protesi dentali mobili”.
Quelle fisse su impianti e quelle mobili. Le classiche dentiere sono infatti definite tecnicamente come “protesi dentali mobili”.
“Mobili” perché a differenza delle protesi fisate su impianti sono rimovibili dal paziente ogni qual volte vi sia la necessità. Le protesi mobili, oltre che “totali” come la dentiera, possono essere anche “parziali”, cioè non coprire tutta l’arcata dentale ma solo una sua parte.
Questo succede quando il paziente non presenta un’edentulia totale, ma al contrario risultano mancanti solo alcuni denti. In questi casi le protesi mobili consigliate sono gli “scheletrati”, chiamati anche “ponti dentali mobili”. In pratica lo scheletrato è la risposta adatta a quei pazienti che non hanno ancora perso tutti i denti e non vogliono o non possono intraprendere la strada delle protesi su impianti dentali.
La struttura dello scheletrato
Una protesi parziale rimovibile – ovvero uno scheletrato - è preparata in un laboratorio odontotecnico, dove si crea una struttura metallica sulla quale viene montata una base in resina che serve da sostegno ai denti artificiali. I materiali con i quali sono riprodotti questi denti sono diversi, ma di solito si sceglie la resina composita.
Lo scheletrato rimane in posizione in bocca grazie alla presenza di alcuni ganci che servono a fissare la struttura ai denti naturali ancora presenti sull’arcata, per garantire stabilità e sicurezza durante l’eloquio e la masticazione.
Le protesi parziali e flessibili in Nylon
Ultimamente, si sta affermando la possibilità di non utilizzare la base in metallo (ovvero lo scheletro dello scheletrato!) ma di realizzare una protesi mobile parziale in Nylon. Utilizzando il Nylon come materiale di supporto dei denti sostitutivi, si ottiene una protesi molto leggera e comoda, e che non necessita dei ganci metallici per rimanere in posizione.
I vantaggi delle protesi parziali mobili
E gli svantaggi?
“Mobili” perché a differenza delle protesi fisate su impianti sono rimovibili dal paziente ogni qual volte vi sia la necessità. Le protesi mobili, oltre che “totali” come la dentiera, possono essere anche “parziali”, cioè non coprire tutta l’arcata dentale ma solo una sua parte.
Questo succede quando il paziente non presenta un’edentulia totale, ma al contrario risultano mancanti solo alcuni denti. In questi casi le protesi mobili consigliate sono gli “scheletrati”, chiamati anche “ponti dentali mobili”. In pratica lo scheletrato è la risposta adatta a quei pazienti che non hanno ancora perso tutti i denti e non vogliono o non possono intraprendere la strada delle protesi su impianti dentali.
La struttura dello scheletrato
Una protesi parziale rimovibile – ovvero uno scheletrato - è preparata in un laboratorio odontotecnico, dove si crea una struttura metallica sulla quale viene montata una base in resina che serve da sostegno ai denti artificiali. I materiali con i quali sono riprodotti questi denti sono diversi, ma di solito si sceglie la resina composita.
Lo scheletrato rimane in posizione in bocca grazie alla presenza di alcuni ganci che servono a fissare la struttura ai denti naturali ancora presenti sull’arcata, per garantire stabilità e sicurezza durante l’eloquio e la masticazione.
Le protesi parziali e flessibili in Nylon
Ultimamente, si sta affermando la possibilità di non utilizzare la base in metallo (ovvero lo scheletro dello scheletrato!) ma di realizzare una protesi mobile parziale in Nylon. Utilizzando il Nylon come materiale di supporto dei denti sostitutivi, si ottiene una protesi molto leggera e comoda, e che non necessita dei ganci metallici per rimanere in posizione.
I vantaggi delle protesi parziali mobili
- Come la dentiera, non prevede la necessità di un intervento chirurgico, il che è decisivo per quelle persone che ancora oggi non si sentono di affrontare il bisturi o comunque gli strumenti chirurgici. Ovviamente, al contrario delle dentiere, gli impianti e spesso anche i ponti (con l’installazione di mini viti o la limatura di denti sani) richiedono degli interventi;
- Lo scheletrato è comunque più comodo rispetto alla dentiera, il che suggerisce a molti di non estrarre i denti naturali rimasti e di utilizzarli come supporto per la protesi parziale;
- È un’ottima soluzione per un tempo di transizione, quando - ad esempio - si sono persi i molari e si prevede in futuro di perdere anche i denti centrali. Nell’attesa lo scheletrato può essere una soluzione funzionale ed economica.
E gli svantaggi?
- Si tratta pur sempre di una protesi dentale che non sarà mai percepita come “naturale” all’interno della bocca. Al contrario gli impianti sono indistinguibili, anche come sensazioni, dai denti naturali;
- L’igiene della protesi e dei denti circostanti dev’essere molto accurata, per evitare l’aggravarsi della condizione di salute della bocca. Lo scheletrato è un luogo di accumulo di placca batterica e questo tipo di protesi ha bisogno di cure e attenzioni simili a quelle che si prestano ad una dentiera;
- In caso di scheletrati tradizionali con ganci metallici, non è da escludere che i denti naturali che fungono da supporto si danneggino sensibilmente a causa di questo “lavoro” per il quale non sono stati progettati. Inoltre, se uno di questi denti venisse perso, lo scheletrato andrebbe rifatto;
- Come tutte le protesi mobili, anche gli scheletrati non arrestano la recessione ossea, che continua al di sotto delle gengive, portando in poco tempo non solo a modificare le linee delle arcate, ma anche a cambiare la forma del volto, che apparirà più scavato e affilato. Al contrario, gli impianti, sottoponendo le ossa di mascella e mandibola a degli sforzi meccanici, arrestano il processo di recessione e stabilizzano il volume e la densità ossea.