Bruxismo, di cosa si tratta?

Digrignare i denti, un problema da risolvere

“Bruxismo” è una parola recente dalle origini antiche, introdotta nell’inglese negli anni ’30 del secolo passato, deriva dal greco βρυχή che significa “digrignare i denti”, è conosciuto da millenni, ed è stato associato all’aggressività, alla sofferenza, alla follia, o alla possessione da parte di un dio. Lo studio scientifico del fenomeno comincia a partire dal XX secolo, a cavallo tra due discipline mediche, la psicologia e l’odontoiatria.
 
Le cause scatenanti ricoprono ancora un mistero. Tuttavia, si ritiene derivino da uno stile di vita poco sano, stress, assunzione di farmaci e/o sostanze psicoattive, disordini mentali oppure mal occlusioni non curate.
 
Digrignare i denti, un problema da risolvere
 
Oggi il digrignamento dei denti colpisce milioni di persone in Italia, in particolare i bambini. Con l’avanzare degli anni, l’incidenza diminuisce, registrando però un altro picco attorno all’età di passaggio alla vita adulta (17-21 anni). Gli anziani, invece, sono la categoria meno colpita. È bene tener presente che nella maggior parte dei casi il bruxismo è notturno e del tutto involontario.
 
Il contatto ripetuto e violento tra le corone dentali alla lunga provoca una serie di problemi, anche gravi: sonno interrotto, mal d’orecchi, dolore, rigidità e rumori (schiocchi) provenienti dall’articolazione della mascella, dolore ai muscoli facciali, mal di testa e, soprattutto, consumo accelerato delle corone dentali che può portare anche alla perdita di otturazioni e, nei casi più estremi, alla perdita dei denti. Il bruxismo, infatti, è un fattore aggravante e accelerante per i casi di parodontite, preludio alla caduta dei denti.
 
I rimedi 
 
Come già detto, le cause del bruxismo non sono ancora del tutto comprese, tuttavia, è stato introdotto uno strumento capace di contrastarne gli effetti. Stiamo parlando del bite di protezione anti-digrignamento. Morbido o rigido, a seconda del consiglio del dentista, funziona
da barriera fisica tra dente e dente evitando che le cuspidi delle corone contrapposte entrino in contatto. Un bite è in effetti simile ad un paradenti, ma al contrario di quest’ultimo non serve a proteggere i denti da colpi esterni ed è quindi più sottile e leggero.
 
Esistono molti modelli di bite, che possono essere racchiusi in due grandi categorie: quella dei bite in libera vendita per il fai-da-te, e quelli fatti su misura sotto prescrizione del proprio dentista.
 
Bite fai-da-te
 
I bite auto-modellanti a caldo vengono fatti bollire per poi essere modellati dal morso della persona. L’efficacia non è garantita e, nei casi di bruxismo severo, possono addirittura essere dannosi oltre che inutili. Modificando l’occlusione dentale durante le ore notturne senza controllo medico, le conseguenze sulle ossa craniche potrebbero essere tutt’altro che benefiche.
 
Bite fatti su misura
 
L’adozione di un bite personalizzato avviene dopo una visita con uno specialista in gnatologia, che individuerà il bite più adatto alle caratteristiche uniche del paziente. Superiore o inferiore? Anatomico o liscio? Soffice o rigido? Sono molteplici le scelte per il dentista, l’unica certezza è che questo tipo di bite risolverà il problema del bruxismo con la sicurezza di non causare scompensi a livello occlusale. 
 
Il bruxismo di giorno
 
Nonostante il bruxismo faccia la sua comparsa soprattutto di notte, non bisogna trascurare che esiste anche un digrignamento che avviene di giorno. Per esempio, sono in aumento i casi di bruxismo correlati allo sforzo fisico, con i denti che vengono serrati più volte nel corso dell’attività. Lo stesso può accadere, per esempio, agli studenti durante lo studio.  In tutti questi momenti di forte stress si possono serrare i denti senza accorgersene e, se il comportamento diventa un’abitudine, gli effetti saranno dannosi tanto quanto quelli del digrignamento notturno.
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