I denti del giudizio: l’estrazione.

L’estrazione dei denti del giudizio riguarda la maggioranza della popolazione italiana.

Solo una piccola percentuale di persone ha la fortuna di sviluppare i 4 denti del giudizio senza intoppi e senza bisogno di estrazioni, potendo sfoderare il famoso “sorriso a 32 denti”; tutti gli altri, prima o poi, dovranno estrarre uno o più terzi molari.

La preparazione

La rimozione del dente del giudizio è decisa dal dentista dopo aver consultato una radiografia; non è un caso se questo intervento è
diventato di routine in America, e poi nel resto del mondo, proprio in concomitanza con il diffondersi degli apparecchi radiografici. Infatti, i denti del giudizio sono spesso completamente inclusi, o sono vicini a tessuti sensibili come i nervi facciali, e quindi è importantissimo che l’odontoiatra possa guardare “sotto” ai tessuti del paziente per preparare con cura l’intervento.

L’anestesia

Il primo passo dell’intervento è la somministrazione tramite iniezione del farmaco anestetico che, in pochi minuti, sarà pienamente efficace inibendo la trasmissione al cervello del segnale del dolore. L’anestesia rende l’operazione completamente indolore, ma se il paziente accusa una paura degli aghi che rende molto spiacevole l’iniezione, preliminarmente è possibile effettuare una spruzzata di spray anestetico, in modo che anche la puntura non sia percepita.

La rimozione del dente del giudizio

L’estrazione è effettuata tramite l’utilizzo di apposite pinze d’acciaio, ma se il dente è incluso nella gengiva – come spesso accade -, prima viene praticato un piccolo taglio (incisione) per poter accedere al dente. In alcuni casi, quando il dente risiede in profondità, si rende necessario anche rimuovere una porzione di osso alveolare.  

Allo stesso modo potrebbe verificarsi che il dente sia tagliato dal dentista in parti più piccole, per facilitarne la rimozione attraverso l'apertura praticata con il bisturi. Altre volte è la posizione del secondo molare che non dà modo al dentista di procedere direttamente con l’estrazione, e in questi casi il dente può dover essere fresato prima di poterlo estrarre.

Durante tutte queste fasi, ripetiamo, non si avvertirà alcun dolore. Quello che il paziente sente, oltre che i rumori provocati dai vari strumenti utilizzati dal dentista, è una pressione sulla mascella o sulla mandibola al momento dell’estrazione.

Il tempo necessario per rimuovere il dente è variabile a seconda della conformazione dell’arcata e della profondità del dente. Le procedure più semplici, con il dente che è già emerso al di sopra della gengiva, richiedono i classici “5 minuti”, mentre in altri casi si può superare la mezz’ora di operazione.

Dopo l'intervento.

Se è stata praticata un'incisione nella gengiva, per richiudere la ferita verranno sicuramente utilizzati dei punti di sutura, e di solito si tratta di punti che si “sciolgono” da soli (sono i “punti riassorbibili”, che solitamente vengono digeriti nel corso di un paio di settimane).

L’importante è seguire alla lettera le indicazioni del dentista, soprattutto nei primi giorni, ovvero la fase più critica del periodo post-operatorio: fino a quando la ferita non sarà completamente rimarginata sarà sempre soggetta al rischio d’infettarsi. Per lo stesso motivo l’odontoiatra potrebbe prescrivere una terapia antibiotica preventiva o antinfiammatoria, a seconda dello stato di salute della bocca del paziente.

Nell’immediato è importante che la gengiva cicatrizzi, e per questo potrebbe essere consigliato di applicare una certa pressione sulla gengiva per un’ora-due dopo l’intervento, magari mordendo piano un cilindro di cotone sterile. Quando l’emorragia si sarà fermata vorrà dire che il sangue si è coagulato e si è compiuto il primo passo per la guarigione della ferita.

Cosa non fare.

In generale, per almeno le 24 ore successive all’estrazione è bene non fare queste cose:
  • Sciacquare la bocca con acqua o collutorio. Farlo ostacolerebbe la coagulazione del sangue.
  • Bere alcool o fumare tabacco. Entrambe le sostanze inibiscono il processo di cicatrizzazione.
  • Bere liquidi o mangiare cibi caldi dato che caldo aumenta la circolazione sanguigna e quindi favorisce la continuazione dell’emorragia.
  • Compiere attività fisica, sport, e in generale non riposarsi. Vanno evitate tutte quelle attività che aumentano la pressione sanguigna.
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