Le cure odontoiatriche per le persone disabili

Con “Odontoiatria speciale” s’intende la disciplina che si occupa della cura della salute orale delle persone affette da disabilità anche solo temporanea.

Con “Odontoiatria speciale” s’intende la disciplina che si occupa della cura della salute orale delle persone affette da disabilità anche solo temporanea. La disabilità, infatti, incide fortemente sulla capacità di prendersi cura della propria bocca, e una situazione di salute orale precaria ha, a sua volta, delle ricadute negative sulla salute complessiva del paziente oltre che sull’aspetto fisico. Sono da considerarsi pazienti speciali:
  • Le persone con disabilità intellettiva o sensoriale.
  • Le persone con una mobilità ridotta.
  • Gli adulti che, per varie ragioni, non sono collaboranti, sono affetti da patologie croniche o malattie rare, stanno assumendo un trattamento farmacologico invalidante, hanno subito un trauma.
Tutte queste persone esulano dall’ambito della routine, sia per quanto riguarda le cure preventive casalinghe che ognuno di noi dovrebbe attuare quotidianamente, sia per il dentista che non potrà operare come con altri pazienti non disabili. L’obiettivo dell’Odontoiatria speciale è quindi quello di consentire che le persone disabili possano accedere al medesimo livello di cure di cui beneficia il resto della popolazione.

L’accertamento del livello di disabilità
Come per tutti, anche nel caso del paziente disabile è la prima visita che apre il rapporto dentista-paziente e che lo imposta per il futuro. È un momento molto delicato; infatti, a causa di una cultura dell’accessibilità non ancora capillarmente diffusa, troppo spesso una persona disabile viene frettolosamente definita “non collaborante”, quando in realtà non è stata accolta da uno staff preparato secondo i principi dell’Odontoiatria speciale.
Va anche considerato che il paziente con una determinata disabilità può non rimanere stabile nel tempo, ma cambiare sia nel senso di un miglioramento delle capacità, sia nel senso opposto, e lo studio dentistico dev’essere pronto ad aggiornare periodicamente la sua valutazione sul grado di autonomia e partecipazione alle cure della persona.

Gli aspetti legali

In ogni caso è fondamentale che il dentista accerti chi è la persona che detiene la potestà sul paziente, se il paziente stesso o se un parente/tutore legale e, in questo secondo caso, che comunichi direttamente con il detentore della potestà, in modo da superare subito gli aspetti formali legati alla somministrazione di un’eventuale terapia per giungere a discutere della sostanza della situazione clinica del paziente.
Il presupposto fondamentale di ogni cura è, infatti, il consenso della persona destinata a riceverle o della persona incaricata della sua tutela. Se, per esempio, un paziente affetto da un ritardo mentale moderato ma ritenuto in grado di intendere e volere, e quindi “proprietario” della sua stessa potestà, non intendesse sottoporsi a delle cure odontoiatriche, anche se tali cure fossero ritenute improrogabili e i parenti del paziente pregassero il dentista di operare comunque, egli non potrebbe far nulla se non constatare l’impossibilità di procedere
Va tenuto conto che la norma prevede che, anche nel caso la potestà non sia nella disponibilità del paziente, dopo i 14 anni d’età il consenso dell’interessato è comunque necessario, dato che concerne l’esercizio di un inalienabile diritto personale, e dato che il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) è previsto unicamente per le cure psichiatriche. Ne deriva che per ottenere il consenso sia fondamentale la preparazione del dentista e dei suoi collaboratori nell’accogliere, capire e farsi capire dal paziente speciale allo scopo di convincerlo a ricevere delle cure indispensabili per la sua salute.

Trattamenti speciali per pazienti speciali
Entrando nello specifico, ecco una panoramica delle pratiche e dei trattamenti tipici dell’Odontoiatria speciale, da attuare dopo la valutazione del caso specifico:
  • Far conoscere prima al paziente la struttura dove avverrà la visita o la terapia, tenendo presente che il processo di ambientamento può richiedere numerosi sopralluoghi. È concepibile anche un primo approccio presso la residenza del paziente.
  • Prestare particolare attenzione a fornire al paziente o a chi si occupa di lui le corrette istruzioni di igiene orale domiciliare, adattandole alla capacità motoria e alla situazione fisica in generale.
  • I pazienti speciali possono essere incapaci di esprimere a parole il proprio disagio; bisogna quindi che il dentista, supportato dalla persona che si occupa del paziente, sia pronto a cogliere i segni non verbali di disagio prima che sfocino in comportamenti più pericolosi.
  • A volte non solo l’intervento ma anche l’esame obiettivo della bocca del paziente deve essere eseguito in sedazione profonda o in narcosi.
  • Per questi pazienti, quando si esegue l’anestesia generale spesso è bene “approfittarne” eseguendo, oltre all’intervento principale, anche le prestazioni a carattere preventivo come ad esempio l’igiene orale o le sigillature dei molari.
  • Molto spesso il principale problema dei pazienti disabili è l’eccessivo accumulo di placca e tartaro. Per questo si può arrivare a programmare l’igiene orale professionale anche ogni 2-3 mesi, tenendo conto che la resistenza del paziente alla singola seduta, se non sedato, è probabilmente minore, e che quindi solo nel corso di più sedute si potrà ottenere il livello di pulizia ottimale per poi cercare di mantenerlo.
  • Quando attuabile, la terapia ortodontica è quasi sempre preferibile tramite dispositivi fissi rispetto a quelli mobili. Allo stesso modo, in campo protesico, l’implantologia che permette di indossare delle protesi fisse offre molte più garanzie rispetto ai dispositivi mobili.

La cura della bocca dei pazienti con disabilità; un compito non semplice ma da non trascurare
In conclusione, non si può che far notare come, molto spesso, l’accesso alle cure “speciali” sia ostacolato da una parte dalla non preparazione degli studi dentistici, dall’altra dagli stessi tutori della persona disabile che considerano la salute orale comunque secondaria rispetto ad altri ambiti ritenuti più urgenti.
Nel concreto, la necessità di eseguire gli interventi in narcosi può rappresentare un ostacolo apparentemente insuperabile, dato che per i pazienti non speciali sarebbe del tutto sproporzionato, sia per i costi che per i rischi connessi, ricorrere ad un’anestesia generale per – ad esempio - una “semplice” detartrasi (ablazione del tartaro). Tuttavia, analizzando più approfonditamente la questione, si rileva subito come l’alternativa sia senza dubbio peggiore; un costante accumulo di tartaro porterebbe inevitabilmente alla perdita dei denti e, di conseguenza, ad un ulteriore aggravio della disabilità, e così è in generale per le altre problematiche di salute orale.
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