Parola al dottor Faranda: l’Ortodonzia trasparente
Dottore, quali sono i pazienti ideali dell’Ortodonzia trasparente?
Potremmo starne a discutere 15 giorni senza venirne mai a capo... ma il punto fondamentale è che sono un medico e come medico devo curare un problema soltanto in base ad una scelta terapeutica. Io utilizzo gli allineatori trasparenti come scelta terapeutica e ho iniziato ad utilizzarli quando, frequentando un master alla New York University, mi sono reso conto che la possibilità di curare i pazienti era illimitata. Non c'è un problema che non può essere curato con una tecnica e invece può essere affrontato con un’altra; qualsiasi tipo di malocclusione può essere curata con qualsiasi tipo di tecnica, perché i denti si spostano seguendo un’applicazione delle leve in bocca che si chiama biomeccanica. La forza che applico la posso trasmettere col ferro, quindi con i brackets,
oppure con gli allineatori trasparenti o anche con le stecche del gelato! L’importante è applicare quella precisa forza al dente giusto e non c'è caso che non possa essere trattato con gli allineatori trasparenti.
Lei fa parte del G.O.T., ovvero “Great Orthodontics Team”, ce ne vuole parlare?
G.O.T. è il gruppo del quale sono onorato di far parte e dove faccio parte del Comitato scientifico presieduto dal professor Luca Leverini. G.O.T. è la struttura interna a Mirò che si occupa dell’Ortodonzia in tutte le cliniche da Merano a Bressanone, da Torino a Reggio Emilia. Tutta la parte ortodontica la gestiamo noi, con lo scopo di ottenere un’uniformità di prestazioni e d’immagine a livello territoriale. Abbiamo fatto dell’Ortodonzia digitale il nostro cavallo di battaglia e abbiamo messo a punto un metodo di lavoro replicabile ovunque, indipendentemente da chi sia il dottore. Curiamo un numero molto importante di pazienti ortodontici, di bambini, adolescenti, adulti; nella maggior parte dei casi utilizziamo gli allineatori trasparenti e crediamo tantissimo anche nella parte funzionale della terapia, e quindi nella rieducazione funzionale di tutta la bocca, soprattutto quando “intercettiamo” i bambini presto nella fase di sviluppo.
Quanto dura in media una terapia con gli allineatori trasparenti? Come quella con l’apparecchio tradizionale?
Di norma un filino meno con gli allenatori rispetto all’apparecchio metallico, il perché dal punto di vista biomeccanico è semplice da spiegare: il bracket dell’apparecchio in ferro si mette al centro della faccia del dente e da quella posizione deve propagare la forza dalla corona alla radice; l'allineatore, invece, avvolge il dente millimetro quadrato per millimetro quadrato e quindi distribuisce la forza su di una superficie molto più ampia. Dal punto di
vista pratico l’allineatore è molto più performante. In più, a tutti i pazienti che hanno una terapia che si sviluppa su tempi lunghi, noi diamo in dotazione anche un foto/bio-stimolatore; si tratta di uno strumento che tramite degli elettrodi emette un fascio di luce che stimola la circolazione sanguigna ossea, fondamentale per lo spostamento dei denti all’interno dell’osso alveolare. Con l’impiego del foto/bio-stimolatore si riesce a cambiare l’allineatore ogni 5-7 giorni, e noi abbiamo tanti pazienti che concludono il trattamento anche dopo 6 o 9 mesi.
Come si utilizza questo apparecchio?
Il foto/bio-stimolatore si utilizza 5 minuti al giorno senza allineatori indossati sull'arcata superiore, e 5 minuti sull'arcata inferiore sempre senza allineatori. Prima di fornirlo ai nostri pazienti, con il prof. Leverini abbiamo compiuto degli studi, che abbiamo pubblicato, che evidenziano come la differenza di risultati sia molto significativa.
Però oltre un certo limite di velocità di spostamento non si può andare, pena la salute dei denti, giusto?
Esatto. I movimenti devono essere adeguati e la forza applicata non deve mai essere eccessiva. Quindi le tecnologie che impieghiamo aiutano a ridurre di un po’ i tempi di molte terapie, ma è chiaro che se, per esempio, abbiamo una grossa rotazione da fare non possiamo “correre”, soprattutto per scongiurare il rischio di recidiva. Riassumendo, in determinati casi il tempo di trattamento è uguale a quello dell’ortodonzia tradizionale, ma
nella stragrande maggioranza di casi l’ortodonzia trasparente, oltre a essere meno invasiva, è anche più veloce.
E a fine terapia che si fa?
A fine terapia è obbligo assoluto indossare le contenzioni. Anche in questo caso noi abbiamo praticamente adottato per tutti le contenzioni rimovibili, quindi mascherina trasparente sopra e sotto da indossare durante la notte, ma si può tranquillamente gestire la cosa anche con il classico splintaggio, quindi il fillo metallico che corre internamente da canino a canino e che è perfettamente adesso e non dà fastidio.
Lei cosa preferisce tra splintaggio e mascherine di contenzione?
Io preferisco certamente le mascherine, per un semplicissimo motivo: dato che lo splintaggio è per i denti inferiori, sopra comunque va messa la mascherina, quindi metterla soltanto sopra o sopra e sotto cambia poco. E poi lo splintaggio è un blocco meccanico che favorisce l’accumulo di placca, con tutti i problemi conseguenti. Inoltre può capitare che il filo si stacchi da un dente, e in questo caso il paziente se ne accorge soltanto quando il dente ormai si è spostato. Mentre se la mascherina si rompe il paziente se ne accorge subito e corre ai ripari. La domanda che di solito segue a questo punto è “Dottore, ma è per tutta la vita?”. Il mio consiglio è sì, per tutta la vita. All'inizio tutte le notti, poi tranquillamente a scalare fino ad arrivare una o due volte a settimana, ma è fondamentale il mantenimento della terapia. Noi trattiamo molti pazienti con recidive, ovvero persone che hanno già fatto ortodonzia altrove e vengono da noi perché non avevano capito l'importanza della contenzione, punto sul quale noi insistiamo tantissimo.
Le mascherine notturne di contenimento sono simili a quelle impiegate durante il trattamento? Sono trasparenti?
Sì, sono sempre trasparenti e il materiale utilizzato è lo stesso. L'unica differenza sta nella rigidità; quella da terapia è spessa 0,50 o 0,75 mm, quella di contenzione è 1 mm. Lievemente più spessa e quindi un po’ più rigida, comunque esteticamente si nota molto poco.
Potremmo starne a discutere 15 giorni senza venirne mai a capo... ma il punto fondamentale è che sono un medico e come medico devo curare un problema soltanto in base ad una scelta terapeutica. Io utilizzo gli allineatori trasparenti come scelta terapeutica e ho iniziato ad utilizzarli quando, frequentando un master alla New York University, mi sono reso conto che la possibilità di curare i pazienti era illimitata. Non c'è un problema che non può essere curato con una tecnica e invece può essere affrontato con un’altra; qualsiasi tipo di malocclusione può essere curata con qualsiasi tipo di tecnica, perché i denti si spostano seguendo un’applicazione delle leve in bocca che si chiama biomeccanica. La forza che applico la posso trasmettere col ferro, quindi con i brackets,
oppure con gli allineatori trasparenti o anche con le stecche del gelato! L’importante è applicare quella precisa forza al dente giusto e non c'è caso che non possa essere trattato con gli allineatori trasparenti.
Lei fa parte del G.O.T., ovvero “Great Orthodontics Team”, ce ne vuole parlare?
G.O.T. è il gruppo del quale sono onorato di far parte e dove faccio parte del Comitato scientifico presieduto dal professor Luca Leverini. G.O.T. è la struttura interna a Mirò che si occupa dell’Ortodonzia in tutte le cliniche da Merano a Bressanone, da Torino a Reggio Emilia. Tutta la parte ortodontica la gestiamo noi, con lo scopo di ottenere un’uniformità di prestazioni e d’immagine a livello territoriale. Abbiamo fatto dell’Ortodonzia digitale il nostro cavallo di battaglia e abbiamo messo a punto un metodo di lavoro replicabile ovunque, indipendentemente da chi sia il dottore. Curiamo un numero molto importante di pazienti ortodontici, di bambini, adolescenti, adulti; nella maggior parte dei casi utilizziamo gli allineatori trasparenti e crediamo tantissimo anche nella parte funzionale della terapia, e quindi nella rieducazione funzionale di tutta la bocca, soprattutto quando “intercettiamo” i bambini presto nella fase di sviluppo.
Quanto dura in media una terapia con gli allineatori trasparenti? Come quella con l’apparecchio tradizionale?
Di norma un filino meno con gli allenatori rispetto all’apparecchio metallico, il perché dal punto di vista biomeccanico è semplice da spiegare: il bracket dell’apparecchio in ferro si mette al centro della faccia del dente e da quella posizione deve propagare la forza dalla corona alla radice; l'allineatore, invece, avvolge il dente millimetro quadrato per millimetro quadrato e quindi distribuisce la forza su di una superficie molto più ampia. Dal punto di
vista pratico l’allineatore è molto più performante. In più, a tutti i pazienti che hanno una terapia che si sviluppa su tempi lunghi, noi diamo in dotazione anche un foto/bio-stimolatore; si tratta di uno strumento che tramite degli elettrodi emette un fascio di luce che stimola la circolazione sanguigna ossea, fondamentale per lo spostamento dei denti all’interno dell’osso alveolare. Con l’impiego del foto/bio-stimolatore si riesce a cambiare l’allineatore ogni 5-7 giorni, e noi abbiamo tanti pazienti che concludono il trattamento anche dopo 6 o 9 mesi.
Come si utilizza questo apparecchio?
Il foto/bio-stimolatore si utilizza 5 minuti al giorno senza allineatori indossati sull'arcata superiore, e 5 minuti sull'arcata inferiore sempre senza allineatori. Prima di fornirlo ai nostri pazienti, con il prof. Leverini abbiamo compiuto degli studi, che abbiamo pubblicato, che evidenziano come la differenza di risultati sia molto significativa.
Però oltre un certo limite di velocità di spostamento non si può andare, pena la salute dei denti, giusto?
Esatto. I movimenti devono essere adeguati e la forza applicata non deve mai essere eccessiva. Quindi le tecnologie che impieghiamo aiutano a ridurre di un po’ i tempi di molte terapie, ma è chiaro che se, per esempio, abbiamo una grossa rotazione da fare non possiamo “correre”, soprattutto per scongiurare il rischio di recidiva. Riassumendo, in determinati casi il tempo di trattamento è uguale a quello dell’ortodonzia tradizionale, ma
nella stragrande maggioranza di casi l’ortodonzia trasparente, oltre a essere meno invasiva, è anche più veloce.
E a fine terapia che si fa?
A fine terapia è obbligo assoluto indossare le contenzioni. Anche in questo caso noi abbiamo praticamente adottato per tutti le contenzioni rimovibili, quindi mascherina trasparente sopra e sotto da indossare durante la notte, ma si può tranquillamente gestire la cosa anche con il classico splintaggio, quindi il fillo metallico che corre internamente da canino a canino e che è perfettamente adesso e non dà fastidio.
Lei cosa preferisce tra splintaggio e mascherine di contenzione?
Io preferisco certamente le mascherine, per un semplicissimo motivo: dato che lo splintaggio è per i denti inferiori, sopra comunque va messa la mascherina, quindi metterla soltanto sopra o sopra e sotto cambia poco. E poi lo splintaggio è un blocco meccanico che favorisce l’accumulo di placca, con tutti i problemi conseguenti. Inoltre può capitare che il filo si stacchi da un dente, e in questo caso il paziente se ne accorge soltanto quando il dente ormai si è spostato. Mentre se la mascherina si rompe il paziente se ne accorge subito e corre ai ripari. La domanda che di solito segue a questo punto è “Dottore, ma è per tutta la vita?”. Il mio consiglio è sì, per tutta la vita. All'inizio tutte le notti, poi tranquillamente a scalare fino ad arrivare una o due volte a settimana, ma è fondamentale il mantenimento della terapia. Noi trattiamo molti pazienti con recidive, ovvero persone che hanno già fatto ortodonzia altrove e vengono da noi perché non avevano capito l'importanza della contenzione, punto sul quale noi insistiamo tantissimo.
Le mascherine notturne di contenimento sono simili a quelle impiegate durante il trattamento? Sono trasparenti?
Sì, sono sempre trasparenti e il materiale utilizzato è lo stesso. L'unica differenza sta nella rigidità; quella da terapia è spessa 0,50 o 0,75 mm, quella di contenzione è 1 mm. Lievemente più spessa e quindi un po’ più rigida, comunque esteticamente si nota molto poco.