Parola al prof. Giannì: la prevenzione dei tumori orali.
Aldo Bruno Giannì è un chirurgo maxillo-facciale, professore ordinario all’Università Statale di Milano e Direttore Scientifico di Face Team (la rete di professionisti che collabora con il gruppo Colosseum), presso il quale presta opera di consulenza per la formazione del personale medico e validazione dei protocolli chirurgici ed operativi. Di origini bergamasche ma milanese d’adozione, nel 1989 si è laureato in Medicina e Chirurgia e nel 1994 ha conseguito la specializzazione in Chirurgia Maxillo-Facciale. Oggi il prof. Giannì è il primario del reparto di Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontoiatria del Policlinico di Milano.
Professore, parliamo di prevenzione; cosa possono fare le persone per prevenire il più possibile i tumori della bocca?
Per quanto riguarda la patologia oncologica della bocca è assolutamente fondamentale la visita semestrale dal dentista. Quindi bisogna educare e formare l’odontoiatra a esaminare non solo la “parte bianca” della bocca ma anche la “parte rosa”. Ogni odontoiatra, anche chi non è un patologo orale, deve cercare ed individuare le alterazioni della mucosa e, nei casi più semplici, trattarle lui stesso o, nella maggior parte dei casi, inviare il paziente verso un centro specialistico. Sto parlando di piccole ulcere, abrasioni, lesioni bianche, rosse delle mucose, etc. Sono tutte situazioni che talvolta, soprattutto in presenza di fattori di rischio, possono essere il segno di potenziali neoplasie o di neoplasie già presenti ma ad uno stadio molto precoce e quindi guaribili senza terapie eccessivamente demolitive. La seconda cosa è mantenere una scrupolosissima igiene orale, con delle sedute d’igiene professionale anche ogni due o tre mesi. La scarsa igiene orale, cioè il non lavarsi i denti, è un fattore di rischio importante per la genesi di un tumore, perché causa per definizione uno stato infiammatorio cronico della bocca con un aumento del turnover cellulare e quindi un conseguente aumento della probabilità che una cellula devii e non venga intercettata in tempo dal sistema immunitario. La scarsa igiene orale è in definitiva uno stimolo irritativo cronico che aumenta la possibilità di sviluppo di neoplasie.
Per i tumori orali ci si aspetterebbe un calo del numero dei casi rispetto al passato, dato che l'abitudine al fumo è in palese regressione. È così?
No. Innanzitutto perché il fumo non è l'unico fattore di rischio. Per esempio, tra i fattori di rischio c’è sicuramente l'alcool (e l'unione dei due aumenta esponenzialmente il rischio). Ma oltre a questo c'è un'altra considerazione da fare: una dieta ricca di grassi polinsaturi, di zuccheri e nel contempo povera di fibre o di sostanze che facilitino il ricambio intestinale, comporta un aumentato rischio di cancro a livello di tutto l'apparato digerente, compreso il cavo orale. E poi ci sono gli stimoli irritanti cronici come la già ricordata scarsa igiene orale ma anche, banalmente, un insulto meccanico, come otturazioni debordanti o masticazioni continuative concentrate su alcune zone della bocca. Inoltre, nelle strutture più profonde della bocca a livello dell’orofaringe c'è il fattore di rischio legato al Papilloma virus/HPV, che è il virus che in particolare prima del vaccino era la prima causa del carcinoma della cervice uterina e che a livello faringeo ha una precisa collocazione dal punto di vista della causa/effetto, con circa 15% di pazienti che hanno un tumore faringeo HPV positivo; questi sono tendenzialmente pazienti maschi, più giovani rispetto al “classico” cancro orale e hanno tra i fattori di rischio abitudini sessuali ben precise quali ad esempio un numero elevato di partner e il sesso orale.
Insomma, purtroppo i tumori non stanno diminuendo.
Esattamente; negli anni non è cambiato il numero totale dei tumori ma è cambiata la distribuzione per sede. Per esempio, negli anni ‘80 erano molti più frequenti i tumori del labbro perché non era ancora partita la campagna di prevenzione contro i raggi UV, mentre la diffusione negli anni di certe abitudini voluttuarie (come il consumo di alcool, ma anche il fumo) anche tra il sesso femminile ha comportato che, rispetto a prima, ci siano in generale più tumori della lingua e del pavimento (o pelvi) orale. Questa redistribuzione per genere e per sede comporta che il quadro generale del numero totale dei tumori orali non si è sostanzialmente modificato nel tempo. E poi c'è un ulteriore problema: ci si aspetterebbe che, essendo la bocca molto più visibile di altri organi, la diagnosi precoce sia la norma. Invece, anche se molto si è fatto per la prevenzione, il tempo medio di diagnosi è di circa sei mesi, esattamente come nel 1970. Al massimo con un guadagno di poche settimane. Questo ci deve fare riflettere e pensare che ancora dobbiamo lavorare sulla prevenzione.